un disordine ricercato

un disordine ricercato

Tracciare nuove costellazioni 

Fin dall’antichità l’uomo ha osservato il cielo per leggervi segni e simboli ma, anche, per creare mappe utili ad orientarsi nell’eterna ricerca di un altrove, attraverso costellazioni tracciate da segni essenziali per indirizzare il cammino. Connettere punti e disegnare coordinate significa creare  percorsi di senso che sviluppano traiettorie impreviste. Come l’astronomia ha proposto una descrizione degli elementi celesti quali modelli di un progetto di orientamento e di lettura dell’universo, l’enciclopedia è stata lo strumento culturale cardine della modernità per presentare un innovativo schema di articolazione dei saperi. Costruita sull’impalcatura di una cultura universale, fondata sulle connessioni e sui rinvii che permettono di prefigurare nuove arti e nuove conoscenze, l’enciclopedia diventa il prototipo dei contemporanei collegamenti ipertestuali della ricerca non lineare nel Web. Il mondo attuale, diventato sempre più il regno dei link e delle connessioni multiple, produce, rispetto alle epoche precedenti, una ricchezza espressiva lussureggiante, mentre gli inconsueti innesti creativi moltiplicano la loro potenza comunicativa.

All’interno di questa piattaforma estetica che privilegia le contaminazioni e i molteplici incroci si colloca il lavoro creativo di Georgia Tribuiani, personalità eclettica e singolare nel panorama della sperimentazione artistica e della grafica internazionale. La ricerca della visual designer italiana si è costruita su una solida preparazione di studi artistici in ambito accademico e scenografico ad Urbino, arricchita successivamente dall’esperienza maturata nel settore degli allestimenti teatrali. La formazione della Tribuiani si amplifica a Roma, con la casa di produzione Videa per la quale si occupa di effetti speciali ed estensioni scenografiche virtuali, mentre per i canali televisivi della Rai e de LA7 inizia a realizzare i primi lavori di motion graphic. Nel 2006 collabora con lo studio Gunshop di San Francisco e, fino al 2008, con Fox International Channel Italy. Per National Geographic Channel realizza pacchetti grafici e promo con i quali vince prestigiosi premi internazionali (Sky Awards, Promax BDA, New York Festivals); riconoscimenti che la segnalano ad uno dei massimi grafici americani, Kyle Cooper. Il celebrato autore di titoli di testa filmici sperimentali la sceglie come uno degli art director e animatori per il suo studio Prologue. Diversi progetti testimoniano la collaborazione della Tribuiani per Prologue: le animazioni grafiche per gli Academy Awards e gli MTV Movie e Video Awards, la campagna di comunicazione di film come The Curious Case of Benjamin Button di David Fincher, i titoli di testa di opere cinematografiche, tra le quali My One and Only di Richard Loncraine, Going the Distance di Nanette Burstein, Robin Hood di Ridley Scott, The Wolfman di Joe Johnston, gli straordinari effetti visivi di The Tempest di Julie Taymor. Dal 2010 inizia a lavorare per Psyop, uno dei maggiori studi di motion graphic pubblicitaria, disegnando e dirigendoimportanti spot per noti marchi internazionali. 

Questo breve e sintetico excursus dell’attività creativa di Georgia Tribuiani evidenzia la sua capacità di sintonizzarsi con un contesto permeato dalla multimedialità e dal crossover espressivo frutto di incroci tra diversi idiomi: il disegno e il collage, l’acquerello e la grafica 3D, il video e l’immagine digitale, l’installazione e lo spazio virtuale, la dimensione scenica e la scultura. Elementi, questi, che l’autrice padroneggia con esemplare virtuosismo e raffinata capacità combinatoria, realizzando opere e materiali creativi caratterizzati da un sapiente eclettismo che riesce a evitare lo standard e la banale citazione. Fin dai suoi studi accademici la Tribuiani si distingue per la capacità di  trasformare i lavori didattici in interessanti ricerche sperimentali. I disegni realizzati per la messa in scena de L’omosessuale o la difficoltà ad esprimersi, fantasmagorico dramma dello scrittore franco-argentino Copi, traducono la travolgente e corrosiva visione teatrale della pièce con segni poetici così efficaci da essere esposti in una mostra d’arte. Con l’installazione realizzata per il progetto di scena de La Tempesta di Shakespeare, l’autrice produce una raffinata orchestrazione di assemblaggi eterogenei facendo dialogare in modo mirabile scultura, disegno e oggetti creati con abile manualità. L’opera, esposta alla 54aBiennale Internazionale d’Arte di Venezia in una collettiva che ha raccolto i migliori lavori realizzati nelle Accademie di Belle Arti da giovani artisti nel primo decennio del 2000, è un emblematico esempio della capacità visionaria di Georgia Tribuiani e della qualità formativa della Scuola di Scenografia di Urbino, una tra le più innovative e sperimentali nel panorama italiano.

La sua qualità progettuale e creativa si rivela anche nel Circus, un magico teatro in miniatura racchiuso in una valigia, fatto di personaggi filiformi costruiti con minimi materiali di recupero, che permette all’autrice di compiere un tour di lirici spettacoli improvvisati nelle maggiori piazze europee, o in Frankenstein Bourg, un video in stop motion dove riesce a far rivivere in un contrastato bianco e nero le atmosfere espressioniste del cinema tedesco classico.

La formazione accademica di Georgia Tribuiani costruita sulla pratica del disegno, sullo studio della storia dell’arte, del teatro e del cinema, e su una prassi teatrale di grande spessore, diventa il fondamentale bagaglio culturale che riuscirà a riversare con equilibrio nella ricerca grafica e nell’animazione. Come non rintracciare la raffinata mano educata in un liceo artistico italiano nelle tavole acquerellate per le animazioni di PrimaveraCinaDr. CrocBorn in Italy? Come non pensare ai profondi studi compiuti per padroneggiare lo spazio osservando le perfette architetture grafiche delle clip Incontri PericolosiThe Secret HeartIncredible Human MachinePrime TimeShort TripsSantiago? Come nonritrovare le suggestioni del cinema delle avanguardie e del fotomontaggio tedesco nella sorprendente efficacia del bumper televisivo realizzato per Fox Crime, Xmas? In ogni caso questa profonda cultura estetica non diventa per la Tribuiani un ingombrante bagaglio autoreferenziale, ma si rivela una preziosa riserva di riferimenti che, opportunamente 

ricombinati, le permettono di creare un personale mondo creativo di notevole fascino.

L’educazione multidisciplinare, supportata da una perfetta padronanza delle nuove tecnologie e dei linguaggi digitali, le offre un campo d’intervento articolato e duttile, arricchito di ulteriori stimoli nel momento in cui si trasferisce negli Stati Uniti; lo dimostra la campagna ideata per Carrie, costruita su un lettering contaminato e fluttuante e su una serie di immagini dalle suggestioni surreali come se uscissero dal cilindro del Cappellaio Matto fuggito da Alice nel paese delle meraviglie. Gli echi fantastici  scompaiono per lasciare il posto a colti riferimenti pittorici che richiamano la storia classica del ritratto nella raffinata grafica ideata per il poster del film The Curious Case of Benjamin Button, costruito tenendo conto dei dipinti rinascimentali e delle tonalità luminose di Rembrandt. I rimandi artistici sono accantonati per far rivivere, invece, l’impianto grafico delle cartoline degli anni Cinquanta, le tonalità acquerellate e le atmosfere vintage per i titoli di apertura del lungometraggio diretto da Richard Loncraine, My One and Only; un alone nostalgico che scompare nei lavori realizzati per gli MTV Awards, concepiti con una grafica essenziale dalle matrici costruttiviste, ma che virano verso un segno di forte evidenza manuale come nei titoli di testa della commedia Going the Distance, o nel trattamento per l’animazione del lettering tipografico di Robin Hood che recupera il prezioso segno tipico dell’amanuense medievale. La sapienza della mano si mostra con tutta la sua forza sia nel progetto proposto per la celebre serie televisiva della HBO,The Pacific – dove astrazione e figurazione instaurano un fecondo dialogo, e la riduzione cromatica giocata sul nero e sul rosso evoca le oscure tonalità del dramma e la vermiglia violenza del sangue – sia nei raffinati disegni che raccontano l’avventura di una donna alla ricerca di nuovi orizzonti, realizzati per i due spot pubblicitari della Twinings.

L’alta qualità artigianale alla base del suo progetto creativo trova un esempio rilevante nel lavoro di art director e di designer per le grafiche che accompagnavano la consegna degli Academy Awards del 2008 e del 2009. A coloro che chiedevano lumi sui software usati per ottenere alcuniparticolari effetti, la Tribuiani rivelava che erano stati realizzati,come molti lavori, semplicemente filmando proiezioni di diapositive sunuvole di fumo, giocando con materiali eterogenei grazie ad unasperimentazione pratica che solo alla fine viene trattata al computer. Un procedimento che recuperava la fondamentale esperienza maturata in ambito scenografico nella rinascimentale Urbino, culla di una civiltà che ha saputo coniugare scienza e cultura umanistica, intrecciare saperi e conoscenze, legare tecnica e arte all’interno di una visione in cui l’uomo era il fulcro di una ricerca aperta verso molteplici direzioni. Georgia Tribuiani non ha rinnegato questo metodo neppure quando, negli ultimi tempi, ha usato un linguaggio tecnologicamente avanzato come nel suggestivo lavoro, dagli echi surreali, creato per la pubblicità  televisiva dell’Audi 6 Avant. Il suo mondo creativo ha sempre cercato di fondere erudizione e avanguardia, ha mescolato Federico Fellini e Bertolt Brecht, Roland Barthes e Charles Eames, William Shakespeare e Jean-Luc Godard realizzando un sapiente bricolage concettuale in linea con le più avvertite sperimentazioni creative contemporanee. L’autrice è riuscita a coniugare con felice intuizione e maestria la cultura europea e l’avanzata sperimentazione americana, e ha trovato originali connessioni unendo punti e sviluppando un singolare atlante creativo basato su nuove costellazioni, tracciate, in alcuni casi, con il coraggio di guardare indietro per definire il presente e ipotizzare il futuro.